Rinvasare un bonsai significa in estrema sintesi rivalutare la sua posizione all’interno del vaso, estrarlo da esso, potarne le radici e ricollocarlo nel vaso (vecchio o nuovo) con terra nuova.
Detta così sembra semplice… in realtà il rinvaso è certamente uno dei passaggi più rischiosi ed obbligati nella cura di un bonsai.
L’argomento è complesso e potenzialmente molto esteso, cercheremo quindi in queste poche righe di dare qualche spunto utile.
QUANDO: rinvasiamo quando le radici dell’albero hanno completamente riempito il vaso e quando hanno assorbito tutte le sostanze presenti nel terriccio rendendolo “esausto”.
Vi chiederete: “Come faccio a capirlo? Non ho la possibilità di scrutare cosa accade dentro il vaso, né tantomeno di sapere se un terriccio è esausto oppure no!”. L’indicazione che normalmente si dà è quella di rinvasare con frequenza maggiore alberi giovani e con meno frequenza quelli più maturi. Sostanzialmente perché i ritmi di crescita sono diversi, elevati per i primi, più lenti nei secondi).
Una buona indicazione può essere quella di eseguire il rinvaso ogni due anni negli esemplari giovani oppure tre per quelli più maturi. Se il terreno è colmo di radici o di terra compatta, dovremmo accorgercene immediatamente osservando come l’acqua dell’innaffiatura fa molta fatica ad uscire dai fori di drenaggio, che peraltro potrebbero essere stati invasi proprio dalle radici in eccesso. Un altro buon indicatore è guardare la parte superficiale del terreno, se lo si vede leggermente sollevato potrebbe voler dire che le radici sono ormai talmente costrette che cercano di farsi spazio sollevando addirittura il pane radicale.
PERCHE’: rinvasiamo il nostro bonsai per creare lo spazio necessario a formare nuove radici, per rinnovare ed ossigenare il terreno ma soprattutto per stimolare la pianta a massimizzare la quantità di peli radicali e quindi le gemme da foglia.
Come è fatta una radice? Basti sapere che:
i peli radicali, responsabili dell’assorbimento dell’acqua e di altre sostanze dal terreno, sono situati sulla parte terminale della radice;
quando una radice viene tagliata (o quando si ferisce colpendo un sassolino o il bordo del vaso), da quel punto si dipartiranno almeno un paio di nuove radici;
l’albero ingrossa le sue radici per ancorarsi al terreno e non subire danni da eventi atmosferici.
Fatte queste tre premesse non è così complicato comprendere che l’utilità principale del rinvaso per un bonsai è quello di stimolare la presenza di radici fini e parimenti di minimizzare quella di radici grosse e spesse (a meno che non possano esserci utili per dare carattere alla base del tronco, in giapponese detto “Nebari”). Ad un bonsai, “costretto” a vivere all’interno di un vaso, interesserà ottimizzare al meglio gli spazi a disposizione.
Il nostro scopo sarà quindi quello di favorire lo sviluppo di radici fini, in termini anzitutto di numerosità. Per il nostro albero vorrà dire disporre di un sempre più elevato numero di peli radicali.
Un pane radicale equilibrato, agli occhi di un bonsaista, è ottenibile dopo vari anni di accurati rinvasi: rinvasando con regolarità, potando le radici fini ed eliminando le radici grosse. Più elevato sarà il numero di radici fini, maggiore sarà la capacità produttiva del nostro pane radicale, e maggiore sarà la ramificazione che il bonsai produrrà. Più ramificazione, più foglie, più cibo prodotto con la fotosintesi. E’ una sorta di circolo virtuoso!
Il terriccio più adatto per un bonsai sarà quindi composto da piccoli granuli di terra (come l’argilla giapponese chiamata “Akadama”) ed un po’ di sassolini (come pomice o pozzolana), che assieme permettono di tenere ossigenato il terreno, drenano l’acqua, stimolano l’emissione di nuovi peli radicali. Si sconsiglia invece di utilizzare la comune terra da giardino o addirittura argilla in polvere.
A titolo informativo ecco i principali passaggi per effettuare un rinvaso:
Studiamo preventivamente la nuova inclinazione che il bonsai assumerà dopo il rinvaso e scegliamo l’eventuale nuovo vaso; prepariamo tutto il materiale che ci servirà;
Aiutandoci con un bastoncino ed uno spazzolino, districhiamo la superficie del terreno eliminando il muschio eventualmente presente e portando alla luce le radici superficiali, eliminando quelle superflue;
Estraiamo il bonsai dal vecchio vaso senza tirarlo dal tronco, avendo cura di non rovinare il pane radicale;
Da tutti i lati del pane radicale, eliminiamo al massimo 1 cm di radici;
Inseriamo nel vaso il filo di rame per affrancare il bonsai (facendolo passare nei fori di drenaggio) e quindi inseriamo uno strato di terriccio specifico;
Appoggiamo il bonsai sulla terra nel vaso, facendo caso alla giusta inclinazione ed altezza, ed inseriamo altra terra attorno alle radici;
Affranchiamo il bonsai con il filo di rame e verifichiamo che sia stabile;
Copriamo con ulteriore terriccio e diamo una bella innaffiata;
Possiamo coprire la superficie con del muschio umido.
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